Quali sono i presupposti per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento? Qual è la differenza tra l’indennità di accompagnamento per ciechi civili assoluti e l’assegno di superinvalidità per i ciechi di guerra? Per scoprirlo e saperne di più sull’argomento, leggi le ultime sentenze contenute in questo articolo.
Correzione degli errori materiali
Il procedimento per la correzione degli errori materiali di cui all’art.287 c.p.c. è esperibile per ovviare ad un difetto di corrispondenza fra l’ideazione del giudice e la sua materiale rappresentazione grafica, chiaramente rilevabile dal testo stesso del provvedimento mediante il semplice confronto della parte del documento che ne è inficiata con le considerazioni contenute nella motivazione, senza che possa incidere sul contenuto concettuale e sostanziale della decisione.
(Nella specie, la S.C. ha cassato senza rinvio la decisione nella parte corretta, ritenendo che si fosse fatto ricorso al procedimento di correzione al di fuori dei casi previsti dall’art. 287 c.p.c., in un caso in cui il testo originario del dispositivo dichiarava il diritto del ricorrente all’indennità di accompagnamento, condannando l’Inps al pagamento dei relativi ratei, e con il provvedimento di correzione si aggiungeva che il ricorrente era invalido al 100 per cento, con conseguente diritto alla pensione di inabilità ai sensi dell’art. 12 della l. n. 118 del 1971, senza che nella motivazione vi fosse alcun riferimento alla pensione di inabilità, né ai requisiti economici previsti per il riconoscimento del beneficio).
Cassazione civile sez. VI, 11/01/2019, n.572
Cieco assoluto: percepisce l’indennità di accompagnamento?
Il diritto a percepire la pensione di cieco assoluto spetta anche dopo il sessantacinquesimo anno di età e, al contrario degli invalidi civili, hanno diritto alla erogazione della pensione anche i ciechi civili che presentano domanda dopo il compimento del 65° anno di età. In favore dei ciechi assoluti è riconosciuto il diritto a percepire l’indennità di accompagnamento, in virtù della sola minorazione e a prescindere dalle condizioni economiche e dell’età dell’interessato.
L’indennità di accompagnamento è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa e spetta, in misura ridotta, anche se l’invalido è ricoverato in istituto pubblico che provvede al suo sostentamento. Essa spetta anche ai minori ciechi civili assoluti. Invece in favore dei ciechi parziali, cd. ciechi ventesimisti, spetta una pensione, qualora non siano superate determinate soglie di reddito annualmente stabilite, nonché una indennità speciale al solo titolo della minorazione, cioè indipendentemente dallo stato di bisogno economico, dall’età e dall’eventuale ricovero in istituto.
Tribunale Trani sez. lav., 17/12/2018, n.2483
Diritto all’indennità di accompagnamento per handicap
In tema di contenzioso per la verifica della sussistenza del diritto all’indennità di accompagnamento per handicap in situazione di gravità ex art. 3 comma 3 l. 104/92, il giudizio ex art. 445-bis, comma 6, c.p.c., ha ad oggetto esclusivamente l’indagine circa la ricorrenza o meno del requisito sanitario, con esclusione di ogni verifica in ordine ai requisiti non sanitari, di tipo socio-economico e reddituale.
Tribunale Bari, 06/12/2018, n.4454
Patologie irreversibili e riconoscimento dell’indennità di accompagnamento
In tema di invalidità civile, i soggetti affetti da patologie irreversibili e di particolare gravità che abbiano ottenuto il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento sono esonerati dall’obbligo di presentarsi alla visita medica finalizzata all’accertamento della permanenza della minorazione – senza che sui medesimi incomba alcun onere di produzione documentale -, ai sensi degli artt. 80, comma 3, del d.l. n. 112 del 2008, conv. dalla l. n. 133 del 2008, e 1, comma 6, del decreto 29 gennaio 2009 del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, la cui “ratio” è quella di evitare l’attivazione da parte dell’Inps di procedure di verifica onerose e superflue.
Cassazione civile sez. lav., 20/11/2018, n.29919
Cecità parziale e diritto all’indennità di accompagnamento
La cecità parziale, a seguito della sentenza della Corte cost. n. 346 del 1989 (che ha dichiarato, “in parte qua”, l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della l. n. 18 del 1980), può costituire un fattore concorrente ad integrare, assieme ad altre minorazioni, lo stato di totale inabilità che, in presenza degli altri requisiti prescritti da quest’ultima legge (impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore, ovvero incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita con conseguente necessità di un’assistenza continua), attribuisce il diritto all’indennità di accompagnamento dalla stessa prevista.
Cassazione civile sez. VI, 22/10/2018, n.26559
Mutilati ed invalidi civili totalmente inabili
Ai fini della concessione dell’indennità di accompagnamento ai mutilati ed invalidi civili totalmente inabili, sono richiesti dall’art. 1, comma 1, della l. n. 18 del 1980, in via alternativa l’impossibilità di deambulazione o l’incapacità di attendere agli atti della vita quotidiana, sicché – nella valutazione di quest’ultimo requisito – il giudice del merito deve tener conto di undifetto di autosufficienza talmente grave da comportare una deambulazione particolarmente difficoltosa e limitata (nello spazio e nel tempo), tale da essere fonte di grave pericolo in ragione di un’incombente e concreta possibilità di caduta e quindi da richiedere il permanente aiuto di un accompagnatore.
Cassazione civile sez. lav., 20/08/2018, n.20819
Indennità di accompagnamento: presupposti per il riconoscimento
L’indennità di accompagnamento va riconosciuta, alla stregua di quanto previsto dall’art. 1 della legge 11 febbraio 1980, n. 18, anche in favore di coloro i quali, pur essendo materialmente capaci di compiere gli atti elementari della vita quotidiana (quali nutrirsi, vestirsi, provvedere alla pulizia personale, assumere con corretta posologia le medicine prescritte) necessitano della presenza costante di un accompagnatore in quanto, in ragione di gravi disturbi della sfera intellettiva, cognitiva o volitiva dovuti a forme avanzate di gravi stati patologici, o a gravi carenze intellettive, non sono in grado di determinarsi autonomamente al compimento di tali atti nei tempi dovuti e con modi appropriati per salvaguardare la propria salute e la propria dignità personale senza porre in pericolo sé o gli altri.
Tribunale Milano sez. lav., 20/07/2018, n.1970
Sentenza: respinta la domanda d’indennità di accompagnamento
In tema di ricorso per Cassazione, la valutazione effettuata dal giudice di merito sulle risultanze della Ctu e viziata da errore di percezione è censurabile con la revocazione ordinaria se l’errore attiene ad un fatto non controverso, mentre è sindacabile ai sensi dell’art. 360, n. 4, c.p.c., per violazione dell’art. 115 c.p.c., se l’errore ricade su di una circostanza che ha formato oggetto di discussione tra le parti.
(Nella specie, è stata ritenuta nulla la sentenza di merito che aveva respinto la domanda volta ad ottenere l’indennità di accompagnamento senza motivare il disaccordo rispetto alle conclusioni di segno opposto formulate dal perito).
Cassazione civile sez. VI, 19/07/2018, n.19293
Accertamento tecnico preventivo obbligatorio
In materia di accertamento tecnicopreventivo obbligatorio, ai sensi dell’art. 445 bis c.p.c., non è ricorribile ex art. 111 Cost. l’ordinanza che, in esito ad esame sommario, abbia dichiarato insussistenti le condizioni sanitarie per beneficiare della prestazione assistenziale richiesta, trattandosi di provvedimento che non incide con effetto di giudicato sulla situazione soggettiva sostanziale – attesa la possibilità per l’interessato di promuovere il giudizio di merito – ed è comunque idoneo a soddisfare la condizione di procedibilità di cui all’art. 445 bis, comma 2, c.p.c., essendo il procedimento sommario già giunto a conclusione.
(Nella specie, il ricorso per accertamento tecnico preventivo obbligatorio per il ripristino dell’indennità di accompagnamento, revocata in revisione, era stato respinto senza procedere a consulenza, per difetto di allegazione e prova sull’aggravamento delle patologieovvero sull’insorgenza di nuove malattie).
Cassazione civile sez. lav., 25/06/2018, n.16685
Presupposti sanitari per il godimento dell’indennità di accompagnamento
In tema di accertamento dei requisiti per l’indennità di accompagnamento di cui alla legge 104 del 1992, qualora dalla disamina dei dati clinici e anamnesticiraccolti dal consulente tecnico si ricavino argomentazioni immuni da vizi logici, nonché corrette sul piano scientifico, in ordine alla sussistenza dei presupposti sanitari per il godimento dell’indennità di accompagnamento, la domanda del ricorrente andrà accolta, anche qualora il requisito fosse insorto in corso di causa.
Tribunale L’Aquila, 22/06/2018, n.237
Portatore di handicap: ha diritto all’indennità di accompagnamento?
Il ricorso della portatrice di handicapvolto ad ottenere il beneficio della cd. indennità di accompagnamento, non può essere accolto qualora la CTU accerti che effettivamente la ricorrente, pur affetta dalle gravi patologie cliniche, e pur essendo invalida al 100%, non si trovi nell’assoluta impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore e sia ancora in grado di compiere da sola gli atti ordinari della vita, non abbisognando dunque di un’assistenza continua.
Tribunale Chieti sez. lav., 11/06/2018, n.188
Danno subito dal neonato per colpa medica
Dall’ammontare del danno subito da un neonato in fattispecie di colpa medica, e consistente nelle spese da sostenere vita natural durante per l’assistenza personale, deve sottrarsi il valore capitalizzato dell’indennità di accompagnamento che la vittima abbia comunque ottenuto dall’Inps in conseguenza di quel fatto. Con questo principio di diritto la Corte ha optato per la detraibilità dal danno patrimoniale riconosciuto a titolo risarcitorio in capo al danneggiante e a favore di una vittima delle spese da sostenere vita natural durante per l’assistenza personale del leso, quando tali costi siano stati già coperti dalle indennità di accompagnamento che la vittima abbia comunque percepito dall’Inps in conseguenza del fatto.
Cassazione civile sez. un., 22/05/2018, n.12567
Ciechi civili assoluti e ciechi di guerra
In tema di prestazioni spettanti ai ciechi civili assoluti, l’indennità di accompagnamento di cui all’art. 1 della l. n. 682 del 1979 non può essere equiparata all’assegno di superinvalidità previsto dal d.P.R. n. 915 del 1978 in favore dei ciechi di guerra, in quanto l’equiparazione contemplata dal predetto art. 1 ha per oggetto l’indennità di accompagnamento regolata per i ciechi di guerra dall’art. 21 dello stesso d.p.r., con misure fissate nel medesimo articolo, e non l’assegno previsto dall’art. 15.
Cassazione civile sez. lav., 26/04/2018, n.10144
Gratuito patrocinio e indennità di accompagnamento degli invalidi totali
In materia di gratuito patrocinio, ai fini della determinazione del reddito rilevante per l’ammissione al beneficio, non può tenersi conto di quanto percepito a titolo di indennità di accompagnamento a favore degli invalidi totali.
Cassazione penale sez. IV, 13/04/2018, n.26302
Difficoltà di deambulazione: è sufficiente per l’indennità di accompagnamento?
L’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatoreoppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita con la conseguente necessità di assistenza continua, richiesti, alternativamente, ai fini della concessione dell’ indennità di accompagnamento ai mutilati ed invalidi civili totalmente inabili, sono requisiti diversi e più rigorosi della semplice difficoltà di deambulazione o di compimento di atti della vita quotidiana con difficoltà (respinta, nella specie, la richiesta dell’uomo anziano dell’indennità di accompagnamento; irrilevante il fatto che l’uomo potesse muoversi dentro casa solo grazie ai cosiddetti ‘bastoni canadesi’).
Cassazione civile sez. lav., 06/04/2018, n.8557