Amministratore di sostegno provvisorio

Tua madre ha compiuto da poco 80 anni. Da qualche mese, però, hai notato che non è più lucida come un tempo e si dimentica le cose. Ora, si è messa anche in testa di vendere la casa e di donare una parte del patrimonio di famiglia ad un ragazzo che le porta la spesa tutti i giorni. In questo articolo, parleremo dell’amministratore di sostegno provvisorio. In casi urgenti, infatti, il giudice tutelare può nominare la predetta figura in tempi brevissimi, avendo cura di specificare gli atti che questi è autorizzato a compiere. Lo scopo è chiaramente quello di tutelare nell’immediatezza gli interessi e il patrimonio del beneficiario, senza attendere i tempi della normale procedura. Alla fine ti svelerò anche la differenza tra questo istituto e quello della tutela. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di approfondire meglio la questione.

Amministratore di sostegno: di cosa si occupa?

L’amministratore di sostegno è una figura nominata dal giudice tutelare per assistere una persona malata che non è assolutamente in grado di curare i propri interessi. Pensa, ad esempio, all’anziano affetto da demenza senile oppure a chi soffre di una dipendenza da sostanze stupefacenti. In casi del genere, la legge prevede che il soggetto in difficoltà, a causa di un impedimento fisico o psichico, sia affiancato dall’amministratore di sostegno, il quale non deve in alcun modo interferire con le sue scelte o limitare la sua capacità di agire.

Amministratore di sostegno: chi può chiederlo?

La domanda per ottenere un amministratore di sostegno può essere presentata:

  • dal beneficiario nel momento in cui si rende conto di non essere più in grado di provvedere a se stesso;
  • dal coniuge o dal convivente;
  • dai parenti entro il quarto grado o dagli affini entro il secondo grado: pensa, ad esempio, ai genitori o ai fratelli;
  • dal tutore o dal curatore del beneficiario;
  • dal pubblico ministero;
  • dai servizi sanitari e sociali che si prendono cura della persona.

Amministratore di sostegno: come avviene la nomina?

Se tuo padre necessita di un amministratore di sostegno, allora devi rivolgerti al tribunale depositando un ricorso presso la cancelleria del giudice tutelare. Nella domanda devi riportare, in particolare, i dati anagrafici del soggetto beneficiario e le informazioni relative al suo stato di salute.

Entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta, il giudice emette il decretomotivato in cui sono riportati:

  • i dati anagrafici sia del beneficiario sia dell’amministratore di sostegno (che può essere un familiare oppure, qualora ricorrano gravi motivi o ragioni di opportunità, una persona estranea);
  • la durata dell’incarico che può essere definitivo o temporaneo;
  • gli atti che l’amministratore di sostegno può compiere in nome e per conto del beneficiario;
  • gli atti che il beneficiario può compiere con l’assistenza dell’amministratore di sostegno;
  • il limite della spesa che l’amministratore deve sostenere con il denaro del beneficiario;
  • la cadenza periodica con cui l’amministratore deve riferire al giudice l’attività svolta e le condizioni di vita del beneficiario.

Una volta nominato, l’amministratore di sostegno deve svolgere il suo incarico. Il decreto va poi comunicato, entro 10 giorni, all’ufficiale dello Stato civile per le annotazioni a margine dell’atto di nascita della persona assistita.

Amministratore di sostegno provvisorio

L’amministratore di sostegno provvisorio viene nominato quando sussistono ragioni urgenti tali da non poter attendere i tempi ordinari. Ti faccio un esempio pratico: “Tizio è una persona anziana. Un giorno, viene ricoverato in ospedale per essere sottoposto ad un tempestivo intervento al cuore. Tuttavia, è necessario prestare il consenso informato ed adottare le decisioni relative alla prosecuzione della terapia in corso.

Nell’esempio che ti ho riportato, il giudice deve nominare in tempi molto stretti un amministratore di sostegno provvisorio, specificando gli atti che è autorizzato a compiere nell’interesse di Tizio. Nel ricorso, quindi, è importante illustrare in maniera precisa e dettagliata la situazione in cui si trova il beneficiario (allegando idonea documentazione medica) e l’urgenza.

Una volta assunto l’incarico, viene emesso un nuovo decreto di nomina, che conterrà l’indicazione dei poteri e delle facoltà (in misura più ampia questa volta) spettanti all’amministratore di sostegno definitivo.

Amministratore di sostegno: quali sono le conseguenze?

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, l’amministratore di sostegno non si sostituisce al beneficiario ma lo assiste nel compimento di determinati atti (ad esempio, la vendita di una casa, la rinuncia all’eredità, ecc.). L’incarico dell’amministratore di sostegno termina con la morte del beneficiario.

Amministratore di sostegno: viene pagato?

L’amministratore di sostegno svolge il suo incarico a titolo gratuito. Tuttavia, in base alla complessità e al patrimonio del beneficiario, il giudice può riconoscere, su domanda dell’interessato, un’equa indennità.

Amministratore di sostegno e tutore: qual è la differenza?

Infine, concludiamo questo articolo con un breve accenno alle differenze che sussistono tra la figura dell’amministratore di sostegno e quella del tutore. Spesso, infatti, si tende a fare un po’ di confusione sul punto.

Ebbene, come abbiamo visto poc’anzi, l’amministratore di sostegno non si sostituisce al beneficiario, ma lo assiste nel compimento di determinati atti. Tra i due soggetti deve esserci un rapporto di collaborazione dove il primo non deve per nessun motivo limitare la capacità di agire dell’altro.

La tutela, invece, è uno strumento pensato per proteggere il minorenne (ad esempio, perché privo di genitori) o l’interdetto (cioè l’infermo di mente) che non sono in grado di provvedere a se stessi. Una volta nominato, d’ufficio o su iniziativa dei familiari, il tutore si sostituisce completamente all’incapace per compiere atti di ordinaria e straordinaria amministrazione.