Aumento pensione d’invalidità e reddito di cittadinanza

L’aumento della pensione d’invalidità è ora una certezza: il decreto agosto, difatti, prevede la possibilità di incrementare al milione i trattamenti di assistenza per inabili civili totali, che possono così arrivare sino a un massimo di 651,51 euro mensile, per i beneficiari che hanno compiuto 18 anni. L’incremento può essere applicato anche ai ciechi civili assoluti e ai sordomuti, beneficiari delle relative prestazioni economiche di assistenza, nonché ai beneficiari della pensione d’inabilità al lavoro (quest’ultima non è una prestazione di assistenza, ma previdenziale; per approfondire, vedi Pensione d’inabilità al lavoro).

Per godere dell’incremento, però, l’interessato non deve superare determinate soglie di reddito, che sono diverse e più elevate per chi è sposato, ma che, in quest’ultimo caso, comprendono anche il reddito del coniuge.

Ci si chiede se tra i redditi da considerare ai fini dell’eventuale superamento delle soglie conti anche il reddito di cittadinanza: questo sussidio deve essere computato, oppure è ininfluente dato che si tratta di una prestazione di assistenza non imponibile, cioè non tassata?

Facciamo il punto su aumento pensione d’invalidità e reddito di cittadinanza: in quali casi si può godere di entrambe le prestazioni economiche, quali condizioni devono essere verificate perché il beneficiario di Carta Rdc possa percepire l’incremento al milione della pensione d’inabilità civile.

Ricordiamo, innanzitutto, che il reddito di cittadinanza e la pensione d’inabilità civile sono due prestazioni di assistenza: sono, cioè, collegate allo stato di bisogno dell’interessato e della sua famiglia. Non è richiesto un versamento minimo di contributi, quindi un requisito assicurativo, per averne diritto, perché non si tratta di prestazioni previdenziali. La pensione d’inabilità, in particolare, è erogata in base alle condizioni di salute dell’interessato ed alle condizioni economiche proprie e del coniuge, mentre il reddito di cittadinanza non richiede requisiti sanitari per averne diritto, ma è erogato sulla base delle condizioni economiche dell’intero nucleo familiare e di ulteriori presupposti.

Quali sono i requisiti per la pensione di inabilità civile?

La pensione per invalidi civili totali, o pensione di inabilità civile, è un trattamento di assistenza che viene erogato dall’Inps qualora l’interessato soddisfi le seguenti condizioni:

  • sia riconosciuto invalido civile totale, o inabile: deve cioè essere verificata una riduzione della capacità lavorativa pari al 100%;
  • sia di età compresa tra i 18 e i 67 anni (il limite di 67 anni sarà valido almeno sino al 31 dicembre 2022, in base agli attuali incrementi della speranza di vita);
  • sia cittadino italiano;
  • in alternativa, sia cittadino europeo;
  • in alternativa, sia cittadino di uno Stato extraeuropeo in possesso del permesso di soggiorno di almeno un anno;
  • abbia un reddito annuo personale non superiore a 16.982,49 euro, per il 2020;
  • sia verificata la residenza stabile e abituale sul territorio italiano.

Per il diritto alla pensione d’inabilità civile non è richiesto lo stato di disoccupazione, non rileva il reddito del coniuge, né rileva il reddito Isee. Il sussidio è pienamente compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa, se non si supera il reddito annuo di 16.982,49, rivalutato periodicamente.

A quanto ammonta la pensione d’inabilità civile?

L’ammontare della pensione d’inabilità civile, con riferimento all’anno 2020, è pari a 286,81 euro al mese, per 13 mensilità.

Questo valore è rivalutato annualmente ed è corrisposto per intero, senza tagli, se l’interessato soddisfa, ovviamente, le condizioni richieste per il diritto al trattamento.

Questo, a differenza di quanto avviene in relazione ad altri sussidi, come l’assegno sociale e il reddito di cittadinanza, che spettano in misura piena solo se il beneficiario non percepisce altri redditi: i sussidi sono ridotti se l’interessato ha ulteriori entrate, sino ad azzerarsi al superamento delle soglie reddituali previste.

In base al reddito annuo dell’invalido e del coniuge, poi, il beneficiario può aver diritto a due differenti maggiorazioni della pensione.

Come funziona la maggiorazione base della pensione d’inabilità civile?

L’importo base della pensione di inabilità civile, pari a 286,81 euro, può beneficiare di un incremento di 10,33 euro al mese per 13 mensilità: si tratta della cosiddetta maggiorazione base.

Per aver diritto alla maggiorazione base, il titolare della pensione d’inabilità civile:

  • non deve possedere redditi personali per un importo pari o superiore all’ammontare annuo complessivo dell’assegno sociale sommato alla stessa maggiorazione; in pratica, per il 2020 il reddito annuo del beneficiario non deve superare 6.112,08 euro (corrispondente al valore annuo dell’assegno sociale, 5.977,79 euro, sommato al valore annuo della maggiorazione base, 134,29 euro); il reddito mensile non deve superare, dunque 470,13 euro(459,83, importo mensile dell’assegno sociale, più 10,33 euro, importo della maggiorazione base)
  • non deve possedere redditi personali, sommati a quelli del coniuge, per un importo pari o superiore a 12.807,99 euro annui, per il 2020; questo importo è dato dal valore annuo dell’assegno sociale, sommato al valore annuo della maggiorazione base ed all’ammontare annuo del trattamento minimo delle pensioni a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti; il reddito mensile proprio e del coniuge non deve superare, dunque, 985,23 euro (459,83, importo mensile dell’assegno sociale, più 10,33 euro, importo della maggiorazione base, più 515,07 euro, importo del trattamento minimo).

Qualora il beneficiario della pensione d’invalidità civile rispetti questi limiti, la maggiorazione base viene corrisposta in misura piena dall’Inps, senza riduzioni.

Come funziona l’incremento al milione della pensione d’inabilità civile?

La maggiorazione base, per il beneficiario della pensione d’inabilità civile, può essere incrementata, sino a un massimo di 651,51 euro mensili (valore 2020). Questo aumento è detto incremento al milione e, sino all’entrata in vigore del decreto agosto, spettava solo agli inabili di età pari o superiore a 60 anni.

Il decreto agosto [1] ha tuttavia stabilito che, a partire dal 20 luglio 2020, l’aumento della pensione d’invalidità civile spetta anche ai beneficiari di età inferiore a 60 anni, purché abbiano compiuto 18 anni. Spetta dunque agli inabili tra i 18 e i 67 anni. Come abbiamo osservato, l’incremento spetta anche sulle pensioni d’inabilità al lavoro e sui trattamenti economici a favore di sordomuti e ciechi assoluti, sussistendo i requisiti reddituali.

I limiti di reddito previsti per ottenere l’incremento al milione sono tuttavia differenti, sia rispetto ai limiti previsti per la pensione d’inabilità civile (o per la differente prestazione a cui si ha diritto), che rispetto ai limiti disposti per il diritto alla maggiorazione base.

Le soglie di reddito per l’incremento al milione, relativamente all’anno 2020, sono difatti pari a:

  • 8.469,63 euro annui, per il pensionato d’inabilità civile che non è sposato;
  • 8.469,63 euro quale reddito personale, 14.447,42 euro come reddito personale sommato a quello del coniuge, per il pensionato d’inabilità civile che risulta sposato.

L’incremento spetta in misura totale, cioè sino a 651,51 euro mensili, solo al beneficiario di pensione d’inabilità che non possiede altri redditi. Se l’interessato ha altri redditi, l’incremento spetta invece in misura parziale, sino ad arrivare alla soglia massima di reddito.

Il beneficiario di reddito di cittadinanza ha diritto all’aumento della pensione d’inabilità?

Spesso accade che il beneficiario della pensione d’inabilità risulti anche beneficiario di reddito di cittadinanza(Rdc). Il reddito di cittadinanza, nel concreto, integra l’importo della pensione d’inabilità sino ad arrivare alla quota base Rdc stabilita per il nucleo familiare, eventualmente integrata dalla quota aggiuntiva per il mutuo o per l’affitto.

Facciamo un esempio per capire meglio:

“Maria percepisce la pensione d’inabilità civile, d’importo pari a 286,81 euro. Paga un affitto di 500 euro al mese. Possiede tutti i requisiti personali, reddituali, patrimoniali e Isee per il reddito di cittadinanza. La quota mensile di reddito di cittadinanza teoricamente spettante ammonta a 780 euro, cioè 500 euro di quota base (in quanto è sola nel nucleo familiare, quindi la scala di equivalenza è 1), più 280 euro quale quota massima relativa all’affitto. Poiché percepisce anche la pensione d’inabilità civile, il reddito di cittadinanza integra la pensione sino ad arrivare a 780 euro al mese. La quota mensile Rdc spettante nel concreto ammonta dunque a 493,19 euro (780- 286,81).

L’incremento al milione della pensione d’inabilità spetta anche a chi percepisce il reddito di cittadinanza? Questo dipende dall’ammontare del reddito stesso:

  • se il beneficiario della pensione d’inabilità è single, l’incremento spetta nell’ipotesi in cui il reddito di cittadinanza non determini il superamento della soglia annua di 8.469,63 euro annui;
  • se il beneficiario della pensione d’inabilità è sposato, l’incremento spetta nell’ipotesi in cui il reddito di cittadinanza non determini il superamento della soglia reddituale personale annua di 8.469,63 euro annui, mentre il reddito della coppia non deve superare i 14.447,42 euro.

Il reddito di cittadinanza, quindi, si deve considerare nelle soglie limite per il diritto all’incremento al milione, anche se è esente da tassazione. Nelle soglie limite non va contato invece l’assegno di accompagnamento.